L’influenza è una malattia infettiva causata da un virus che colpisce le vie respiratorie e dà sintomi come febbre, dolori articolari, stanchezza, tosse. In realtà sarebbe più corretto dire che esistono vari ceppi influenzali capaci di mutare e per i quali, quindi, non sempre il nostro organismo ha già sviluppato anticorpi. Il periodo di massima diffusione nell’emisfero occidentale è fra autunno e inverno, e, se contagia tutte le fasce della popolazione, è quella dei bambini e ragazzi di età inferiore ai quattordici anni la più colpita.
Cos’è l’influenza
L’influenza è un’infezione virale dell’apparato respiratorio, questo significa che è caratterizzata da sintomi delle vie respiratorie alte e/o basse. Il virus dell’influenza umana è stato isolato per la prima volta in Inghilterra nel 1933, mentre i virus influenzali che colpiscono polli e suini erano già stati individuati in precedenza.
L’incubazione può durare da uno a quattro giorni e i sintomi compaiono un paio di giorni dopo; la loro durata è variabile: i sintomi acuti dell’influenza durano in genere due o tre giorni, ma possono protrarsi anche per una o due settimane (soprattutto, ad esempio, la tosse).
L’influenza si caratterizza per:
- febbre superiore a 38°
- brividi
- cefalea
- dolori (soprattutto a schiena e gambe)
- rinite
- mal di gola
- tosse
A differenza del virus del raffreddore che si manifesta gradualmente, i sintomi dell’influenza compaiono in modo abbastanza repentino; in un primo momento si presentano quelli più generali (come spossatezza e cefalea), in seguito i disturbi delle vie aeree inferiori (come la tosse) diventano dominanti.
I vari ceppi di influenza
Nonostante i sintomi siano analoghi, esistono varie tipologie di influenza, che si distinguono in base agli antigeni. I virus, infatti, presentano sulla propria superficie delle proteine, denominate antigeni perché il nostro organismo le riconosce come estranee.
Possiamo quindi distinguere quattro tipi di influenza:
- A: è il virus dell’influenza classica, che colpisce l’uomo e altre specie animali; presenta una grande quantità di sottotipi in base alle varianti delle proteine in superficie:
- HA (emoagglutinina): ad oggi ne sono state individuati 18 sottotipi
- NA (neuraminidasi): ad oggi se ne conoscono 11 sottotipi
- B: colpisce solo l’essere umano e non presenta sottotipi
- C: spesso non dà sintomi oppure sono simili a quelli del raffreddore
- D: questo ceppo è stato isolato solo recentemente in bovini e suini e ancora non è chiaro se possa infettare l’essere umano
I tipi più comuni sono quindi l’influenza A e B; in particolare l’influenza di tipo A, in base alle proteine individuate fino a oggi, può assumere 198 combinazioni diverse. Per fortuna solo poche fra queste sono agenti patogeni umani, e quindi capaci di infettare l’uomo.
Nonostante l’incidenza di questo virus sia piuttosto alta, nella maggior parte dei casi non è pericolosa per la nostra salute; esistono però particolari categorie ad alto rischio:
- bambini al di sotto di 5 anni e in special modo più piccoli di 2 anni
- adulti che hanno più di 65 anni
- malati cronici
- donne al secondo o terzo trimestre di gravidanza
Variabilità e immunità
La pericolosità dell’influenza e le problematiche relative alla sua gestione sono dovute soprattutto alla variabilità dei virus che la causano, ma devono essere tenute in considerazione anche:
- ubiquità: si sviluppa contemporaneamente in parti diverse del mondo
- contagiosità: i virus influenzali si trasmettono soprattutto per via aerea (attraverso goccioline di saliva infette), per contatto diretto con una persona malata o attraverso oggetti contaminati; gli ambienti chiusi e affollati aumentano le possibilità di contagio
- possibili complicanze: come abbiamo visto, per alcune categorie di persone particolarmente fragili i virus influenzali possono essere pericolosi, ciò significa che sono più soggette a sviluppare complicanze che ritardano la guarigione o possono costituire un pericolo per la vita. La complicanza più comune dell’influenza è la polmonite o una sovrainfezione batterica delle vie respiratorie
Il punto più delicato da gestire è proprio la grande capacità di mutare di questi virus: le proteine di superficie mutano, aggirando così la barriera immunitaria. Da un lato questo rende impossibile al nostro organismo utilizzare gli anticorpi sviluppati in seguito a una precedente infezione o a un vaccino, dall’altro rende più difficile produrre vaccini efficaci, che in ogni caso dovranno essere diversi ogni anno, in base al tipo e al sottotipo più diffusi.
Le modalità con cui i virus mutano sono essenzialmente due:
- deriva antigenica: si tratta di una mutazione progressiva di combinazioni di HA e NA già esistenti; in poche parole si modificano gradualmente le proteine presenti sulla superficie del virus e che scatenano la risposta immune. Interessa i sottotipi A e B.
- spostamento o variazione antigenica: è un mutamento che riguarda soltanto il tipo A e consiste in nuove combinazioni HA e/o NA; questo significa che compare un nuovo ceppo influenzale capace di infettare l’uomo. Un mutamento del genere è causato da virus animali che, tramite un riassortimento con quelli umani o tramite la trasmissione diretta all’uomo, mettono il sistema immunitario a contatto con antigeni sconosciuti. Proprio per l’incapacità del nostro corpo di difendersi da questi nuovi agenti patogeni, spesso mutamenti del genere hanno un grande impatto sulla popolazione (anche a livello di mortalità) e si diffondono molto rapidamente, dando luogo, su scala mondiale, a pandemie.
Per il funzionamento del nostro sistema immunitario e in particolare per la sua capacità di sviluppare una memoria immunitaria, la variabilità antigenica dei virus ci rende suscettibili a contrarli; nonostante sia comune aver già contratto un virus dello stesso tipo, possiamo riammalarci, proprio perché, anche se i sintomi sono del tutto analoghi, il virus è in parte diverso e dovranno essere sviluppati nuovi anticorpi e una nuova memoria immunologica.
Come prevenire l’influenza?
Come abbiamo visto, l’influenza è un’infezione virale spesso non grave, i cui sintomi scompaiono nel giro di una o due settimane. La miglior forma di prevenzione è la vaccinazione, che può essere fatta a partire dai sei mesi di età se non ci sono altre controindicazioni.
A volte, soprattutto a soggetti a rischio, viene somministrata una terapia antivirale: si tratta di una profilassi preventiva con medicinali che interferiscono con il rilascio del virus da parte delle cellule infette oppure interferiscono con la riproduzione virale.
Per prevenire il contagio dai virus influenzali, vista anche la loro variabilità, non si può in realtà fare molto, almeno non direttamente. Possiamo però prestare attenzione alle nostre abitudini, perché un organismo in salute avrà meno possibilità di contrarre malattie. È quindi importante:
- mangiare in modo sano ed equilibrato
- evitare cibi grassi, con un alto contenuto di zuccheri o processati
- evitare di fumare
- non abusare di alcolici o altre sostanze
- assicurarsi un riposo sufficiente
- fare attività sportiva: non importa diventare maratoneti, è sufficiente condurre un’attività fisica moderata in modo costante
- mantenere sotto controllo i livelli di stress
Un aiuto alla nostra salute può venire infine anche dagli integratori per il sistema immunitario, ricchi di ingredienti che lo supportano, come vitamine e minerali.
Bibliografia
Flu Symptoms & Complications – CDC
Flu – NHS
Flu – MayoClinic
Influenza stagionale – Epicentro ISS