Quando si ha a che fare con dei bambini, la preoccupazione per la loro salute è comprensibilmente maggiore. Al primo colpo di tosse, spesso i genitori ricorrono a trattamenti farmacologici con l’intenzione di alleviare il fastidio del piccolo. Un metodo comunemente utilizzato è l’aerosol, da sempre diffuso in Italia: c’è da dire, però, che non in tutte le circostanze risulta efficace. Ci sono condizioni in cui l’uso dell’aerosol contro la tosse dei bambini è utile, altre in cui è superfluo. Cosa fare allora per liberarsi dai sintomi più seccanti?
La tosse: un sintomo, tante cause
La tosse è un’eventualità piuttosto ricorrente nei bambini, soprattutto durante la prima età scolare e quella prescolare. È bene tenere sempre a mente che la tosse non costituisce una malattia in sé, ma un sintomo che può avere origine da diverse condizioni.
Nei bambini nella maggior parte dei casi si tratta della conseguenza di un raffreddore o dell’influenza, entrambi causati da un virus. In queste circostanze possono esserci anche altri sintomi, come naso che cola e febbre. Altre infezioni virali o batteriche dei bronchi e dei polmoni, come bronchite, polmonite e pertosse, possono anch’esse provocare tosse.
L’asma è un’altra condizione che comporta tosse: in questo caso ha caratteristiche peculiari, è secca e insistente, accompagnata da un fischio. Può avere come causa allergie o infezioni virali. Inoltre, va ricordato che una tosse improvvisa potrebbe essere il risultato dell’ingestione di un corpo estraneo.
Quando fare l’aerosol ai bambini?
Con aerosol si fa riferimento alla consistenza che assumono farmaci, come sospensioni o soluzioni, impiegati nell’aerosolterapia, un vero e proprio trattamento che prevede la nebulizzazione di soluzioni fisiologiche, saline, mucolitici o broncodilatatori.
Per il funzionamento stesso del macchinario, il liquido introdotto nell’apparecchio viene ridotto a una leggera nebbiolina, capace di raggiungere in maniera diretta le basse vie respiratorie, dunque bronchi e polmoni. Pertanto, l’aerosolterapia può dirsi utile per la tosse nei bambini quando questa è causata da condizioni che interessano questa parte dell’apparato respiratorio. Utilizzare a sproposito l’aerosol, specialmente con prodotti a base di cortisone, per una tosse che è semplice conseguenza di un naso pieno di muco, non è utile, quanto addirittura dannoso. L’aerosol risulta efficace e raccomandato per condizioni come l’asma, la bronchiolite o la laringite ipoglottica (o croup), purché utilizzato con i farmaci appropriati.
Sulla base di questo, quindi, è preferibile non improvvisare una terapia con aerosol se il vostro bambino ha la tosse: non vanno utilizzati farmaci che sono già in casa (magari utilizzati in un’altra occasione) né bisogna iniziare sessioni di aerosol snervanti per i più piccolini quando possono bastare dei classici lavaggi nasali.
È essenziale notare, poi, che l’aerosolterapia deve essere adattata anche al tipo di farmaco impiegato; i modelli per aerosol ad ultrasuoni, per esempio, non sono indicati per i cortisonici e più in generale per le sospensioni, perché la nebulizzazione non avverrebbe correttamente.
Cosa fare se il bambino ha la tosse?
Quando l’aerosol non è raccomandato per la tosse nei bambini, ci sono diverse strategie che i genitori possono adottare per affrontare questo fastidioso sintomo. Nel caso in cui la tosse sia causata da un raffreddore, dunque dovuta al muco proveniente dalle cavità nasali, è utile aiutare il bambino a liberarsi dal catarro. Qui entrano in gioco prodotti fluidificanti che consentono di sciogliere il muco, tenendo presente che i bambini sotto i due anni (e con attenzione anche successivamente) non hanno le nostre stesse capacità espettoranti e quindi non dovrebbero ricevere mucolitici.
Accanto ai prodotti specifici, ha un ruolo l’idratazione: incoraggiare il bambino a bere molto, inclusi brodi e tisane, contribuisce ad alleviare la tosse grassa e l’irritazione della mucosa. Lo stesso vale per l’ambiente in cui si soggiorna, in particolar modo la cameretta, che non dovrebbe mai essere troppo asciutto. In questo modo si evita che la tosse si faccia stizzosa, specialmente di notte, quando il bambino riposa.
Semplici ma efficaci sono i lavaggi nasali: anche se non sempre graditi dai più piccoli, risultano utili a liberare le prime vie respiratorie, anche quando effettuati con della soluzione fisiologica. Se l’età del bambino lo consente, una soluzione ipertonica, con una maggiore concentrazione di sale, può offrire ulteriori benefici. I suffumigi, preferibilmente senza l’aggiunta di oli essenziali o erbe potenzialmente allergeniche, possono fornire anch’essi sollievo. Secondo l’OMS, inoltre, l’uso del miele può essere benefico in quanto agisce come un emolliente, purché sia somministrato solo a partire dall’anno di età, mai prima.
Per quanto riguarda l’uso di sedativi, si consiglia di limitarne l’utilizzo nei bambini più grandi. Se si desidera sostenere le difese immunitarie durante il recupero, infine, esistono integratori a base di specifiche vitamine e minerali, e alcuni contengono anche N-acetilcisteina.
Se la tosse persiste o si manifesta in modo preoccupante, specialmente se il bambino è molto piccolo o mostra difficoltà respiratorie, resta imprescindibile il consiglio del pediatra.
Bibliografia
Aerosol per Raffreddore? Inutile e dannoso: fate il Rinowash! – Il Pediatra Spiega
Aerosolterapia, informazioni e consigli – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
L’aerosol, un mito tutto italiano – Meyer – Azienda Ospedaliero Universitaria
Serve davvero l’Aerosol per Tosse e Raffreddore nei Bambini? – Medicina del respiro